lunedì 10 settembre 2012

Storia di Merletti disprezzati - 2012



Desidero raccontarvi una storia, realmente accaduta, alla maniera dei fratelli Grimm i quali, pur non essendo degli autori,  ma sapendo scrivere,  giravano tra i paesi ascoltando e raccogliendo le favole della civiltà contadina…

C’era una volta un paese piccino piccino chiamato Valtopina, dove ogni anni si svolgeva un evento dedicato alle varie attività manuali QUI

Da alcuni anni arrivava lì con il suo carico di merletti a fuselli la Sora Maria, QUI una vecchietta canuta e battagliera, accompagnata da validi ospiti stranieri.

La Sora Maria aveva fatto  una buona esperienza all’estero, aveva un lungo e apprezzabile  curriculum QUI ,  era stata ricevuta da Sindaci,  aveva  onorato l'Italia all'estero e premiata ad importanti eventi,  ma cionostante   non interessava a nessuno.  
Era, soprattutto, poco amata perché si dedicava ad un merletto che poco attirava il pubblico il quale era ancora legato  ai tradizionali  merletti bianchi.

Poi, erano diventati un’angoscia i suoi sermoni sul dover imparare a disegnare per poter fare dei nuovi ed originali merletti e  che vedere le  mille versioni delle  madonnine di Cantù era poco interessante;  e che bisognava finirla di porre in vendita merletti a prezzi “cinesi”!

Questi argomenti come immaginate non piacevano a nessuno  e Maria lo sapeva bene ma, ugualmente, dava una mano come meglio poteva  alla Direttrice della Scuola di Ricamo– Maria Mancini – che da alcuni anni si era proprosta di  creare nel centro del minuscolo paese un’area “culturale” che comprendeva il Museo, Il Centro Giovani e le stanze della Canonica.

Da anni, perciò, la Sora Maria con il beneplacito della Mancini, invitava merlettaie straniere con le loro opere.
Costoro erano tutte molto conosciute, alcune avevano addirittura delle proprie riviste dedicate al merletto, tutte sapevano disegnare ed avevano uno proprio stile.  Così in quelle stanzette poco frequentate dal grande pubblico si avvicendarono ospiti della Rep Ceca, Ungheria, Francia, Polonia ecc… qui

Da alcuni anni, durante la manifestazione saliva “al Colle” (così la sora Maria, rubando il termine alla politica, definiva il centro della città)  una signora, la quale arrivava convinta di  fare ottimi affari.

Già negli anni precedenti questa signora, che chiameremo  Innominata, aveva acquistato dei merletti stranieri, approfittando dei prezzi concorrenziali che gli ospiti proponevano ( provenivano infatti  da paesi con diverse condizioni sociali) direi onesti e giusti.

La Sora Maria aveva girato mezzo mondo e visto anche contrattare alla maniera orientale,  ma quello che vide con la signora Innominata superò la sua pur fervida fantasia.

La donna incurante del prezzo fissato si ostinava a farne uno suo, ovviamente, basso, anzi bassissimo e insisteva in tal modo che, se ci fosse stato l’odore dell’incenso e spezie, pareva di essere in un suk… Insomma, al limite della dignità!

Anni fa  la Sora Maria si era limitata ad un battibecco con l’affarista lasciando, però, che la discussione al ribasso venisse conclusa con l’interprete della merlettaia straniera …in quell’occasione la signora Innominata si accaparrò  un grande fiore creato da Iva Proskova  QUI per 25 euro!

Maria infuriata chiese scusa alla Proskova e quando, finito l'evento,  ritornò a casa creò un blog con un pensiero di Socrate  QUI
Certo, si deve considerare che le merlettaie straniere preferivano vendere qualcosa per poter far fronte alle spese sostenute di un viaggio lungo e costoso ed era proprio su questo che la signora Innominata contava per approffittarne, ma quest’anno…

Quest’anno non c’era l’interprete  a fare da cuscinetto.... e la signora Innominata si trovò a contrattare con la vecchia Maria!

Da premettere che quest’anno la Sora Maria aveva due angeli custodi, due ragazzi delle Scuole Superiori, Samuele e Fatima,  che erano stati assegnati, per tutto il giorno, a lei e le sue ospiti polacche: Ewa Spizla e sua figlia Malgosia per coadiuvare la loro attività espositiva.

La Sora Maria era felicissima perché mai prima le erano capitati due ragazzi così interessati e riuscì a coinvolgerli raccontando loro un po’dei suoi viaggi attorno al mondo,  di storia del merletto, delle leggi Suntuarie…del Colbert… e, probabilmente, i due giovani si resero conto che il merletto non era solo quello che lavorava la vecchina sulla soglia di casa.

Orbene, l’Innominata giunse al Colle  intenzionata ad accaparrarsi un merletto applicato su un abito… ma al suo prezzo!
Maria , determinata più che mai non cedeva assolutamente… quella, allora, furbescamente, incominciò a tergiversare: prima lo voleva acquistare, poi lo voleva ordinare, poi lo voleva completo, poi di un'altro colore... addirittura voleva  tutto l’abito per 120 euro!

A quel punto Maria perse il suo savoire faire (che già ne aveva poco!) e con voce alterata e con gli occhi fuori dalle orbite, in quelle pie stanze della canonica e difronte alle due straniere ammutolite, intimò alla donna di avere più rispetto e aggiunse di vergognarsi di essere italiana, che i merletti sono dei capricci e che non è giusto deprezzare ed approfittare indegnamente degli ospiti stranieri! 

La malcapitata Innominata, probabilmente neanche capì e vista la mala parata, uscì.

Il giovane Samuele era basito perché mai aveva immaginato una contrattazione a lacrime e sangue…le due straniere, meravigliate, tacevano.

Maria chiese scusa, dicendo loro che la maggior parte degli italiani non sono così.

Il giorno dopo la signora Innominata, imperterrita risalì nuovamente al “Colle” sperando di trovare da sole le merlettaie polacche e fare tranquillamente il suo affare, ma rimase delusa perché trovò ad accoglierla solo la Sora Maria impettita e pronta a difendere le sue convinzioni.  

Così finisce questa favola : le polacche riportarono a casa l’abito con il merletto che forse rivenderanno al giusto prezzo,  Samuele ha assistito ad una lezione di vita e la Sora Maria è felice per la buona azione compiuta... e tutti vissero felici e contenti!